giovedì 17 dicembre 2009

Prima del Natale

Il Natale era una festa solo religiosa, poi è diventata anche la festa dei regali che, invece, allora era riservata alla Befana (6 gennaio, festa dell'Epifania). Il Natale come festa dei regali viene dal Nord (in Belgio c'era già).
I regali che ci si aspettava nella calza della Befana la mattina del 6 gennaio erano i portogalli (come venivano chiamati allora i mandarini), qualche torroncino, e la sera si mangiavano castagne cotte sotto la brace.
Non è passato un secolo, ma appena mezzo. E da allora ad oggi c'è stata l'invenzione della plastica (resine termoplastiche, inventate nel 1962), così tutto è cambiato, anche per i regali, e il Natale è diventato la festa del consumismo.
La radio (che oggi malapena i giovani sanno cos'è perchè c'è nei cellulari) aveva la carcassa di bachelite (resina termoindurente, inventata negli anni '30), e così erano fatte anche le bambole (con gli occhi di vetro).
I giochi erano in legno o di latta (lamierino di ferro sottile), mentre i Lego dovevano ancora essere inventati.
Insomma, tutti gli oggetti che ci sono oggi familiari, allora non c'erano, o se c'erano erano di legno, di latta, di vetro e di ceramica.
I più fortunati, però, avevano il Meccano, fatto con aste di ferro verniciate e con fori per poter essere montate in vari modi con bulloncini.

domenica 2 novembre 2008

Bandiere

Piaggiasecca non ha una bandiera perchè ne ha molte e, precisamente, quelle dei paesi dove sono stati, non per turismo ma per lavoro, i suoi pochi abitanti di oggi e quelli che idealmente ne formano la cittadinanza, pur non risiedendo in senso anagrafico in essa.
Alcuni, poi, sono stati ospiti a Piaggiasecca per periodi più o meno lunghi, pur non essendone cittadini, nè anagrafici né ideali.
E ce ne sono molte di lingue e di culture che sono transitate per Piaggiasecca ed hanno contribuito a formare quella umanità interiore che è la vera ricchezza del paese. Non perchè siano state studiate in qualche scuola, ma perchè sono state vissute in prima persona, ognuno cercando di capire i modi di fare dell'altro.
Sembra strano e inverosimile che un paese che conta 12 abitanti anagrafici possa far riferimento a 12 nazioni, compresa la nostra.
Tanto per andare in ordine alfabetico del paese la cui bandiera è rappresentata nell'immagine:
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Argentina: ci vive da un anno Leonardo, nipote di Emiliano Baiocco, che studia a Buenos Aires; in precedenza c'è stata una certa migrazione, alcuni non sono rimasti stabilmente lì.
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Belgio: ci ha lavorato e vissuto Emiliano Baiocco e la sua famiglia per 13 anni, a Marchienne-au-Pont, nei pressi di Charleroi; chi scrive ci è nato e vissuto fino a 8 anni frequentando la seconda elementare; ci ha lavorato per qualche anno anche Novello Scrollini e Settimio Bani.
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Costa d'Avorio: è il paese d'origine della collaboratrice familiare di Giuseppina Locci (in Baiocco).
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Francia: ci hanno lavorato per diversi anni sia Giuseppe Grassi che Silvio Malizia; ci andò dopo la guerra Filippo Grassi, a Thil nei pressi di Villerupt, e ora ci vive il figlio Pietrantonio Grassi e la sua famiglia; la moglie di chi scrive proviene da là (anche se i nonni sono originari delle Marche).
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Germania: Ci lavorò per qualche anno il padre di Natale Grassi.
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Giappone: è il paese di origine di Hisako Mori, nata a Kobe, la pittrice che è stata ospite in estate a Piaggiasecca.
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Italia: vi lascio immaginare.
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Polonia: due polacchi che lavoravano a Fabriano hanno risieduto a Piaggiasecca per diversi anni, e ora è la volta di una signora polacca, Beata; ci proviene anche la fidanzata di Alessandro Grassi.
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Regno Unito (Inghilterra): la moglie di Silvio Baiocco è inglese; lui stesso ci è vissuto parecchi anni; i suoi figli frequentano abitualmente questo paese.
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Stati Uniti d'America: ci è vissuta per un anno Bruna Baiocco; in precedenza, all'inizio del XX secolo, c'è stata una certa migrazione negli USA per lavoro, alcuni sono tornati, altri sono rimasti.
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Svizzera: ci ha lavorato diversi anni Adelelmo Moriconi, come operaio nei cantieri per le moderne infrastrutture viarie di cui ora è dotato quel paese.
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Ucraina: è il paese di origine della fidanzata di Jonny Baiocco.
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Stranamente, nessun piaggiaseccano ha avuto a che fare con l'Eritrea e la Libia, o la Grecia, l'Albania, il Montenegro, se non per esserci andato in guerra controvoglia al servizio del catastrofico regime fascista.
Quando si ha la fortuna di rincontrarci in estate, si parla molto delle proprie esperienze, oltre che giocare a bocce e mangiare insieme sull'aia del paese dove, fatte le dovute proporzioni, sembra di stare a Piazza di Spagna a Roma.

martedì 21 ottobre 2008

Prima dell' ipod e dell' MP3

C'era il giradischi, che si applicava a qualsiasi vecchia radio a valvole per poter ascoltare dischi in vinile a 16-33-45-78 giri.
Al posto della presa USB c'erano 2 spinotti da inserire nella presa fono della radio: la qualità non era certamente digitale, ma per quel tempo il risultato era ottimo.

sabato 18 ottobre 2008

Prima dei concimi Montedison, dei depuratori e degli inceneritori

... il problema di fertilizzare i campi era risolto con la "cacata di vacca", da sempre, anche prima della Montedison. Il letamaio era il suo luogo di raccolta e fermentazione per poi prendere la strada dei campi su una treggia, più corta di quella per il fieno, e fatta con il fondo e i lati di tavole per contenere lo sversamento del liquame.
Contribuiva non poco, specie per gli orti, la gemella "cacata di pecora".







A entrambe si aggiungevano, in un perfetto virtuosismo pre-raccolta differenziata, la "cacata di cristiano".

E così lo smaltimento dei rifiuti, almeno quelli fecali, era felicemente risolto e con grande soddisfazione di tutti, dagli ecologisti (che ancora non c'erano) agli amministratori locali e fino ai diretti interessati.


Poi vennero i tempi duri, e qualche cervellone inventò l'economia industriale dove ... non c'era più spazio per una cacata ..., fosse di vacca, di pecora o di cristiano.

Grande consulto tra i massimi "esperti di cacata" ... e ne nacque prima il metodo di coprire con cemento l'alveo dei fiumi e poi il depuratore, almeno per la città, e da lì a poco anche l'inceneritore che, pare, risolva il problema estetico, ma nessuno degli altri problemi, che è come dire ... "L'Ufficio Complicazione Affari Semplici è sempre in agitazione".


E se non bastasse, la politica fece il resto, creando enti e aziende per gestire tanta fantasia e dar da mangiare, con i soldi dei contribuenti, ovviamente, a chi non ha niente da fare, o meglio a qualche "trombato" o riciclato della politica o al quale si deve una pagnotta per aver portato voti.

E così, per evitare qualche batterio pericoloso, come quelli fecali, ci si accontenta, con gran soddisfazione degli "smaltitori" che fanno soldi a palate, di morire di tumore e di altre amene malattie venute chissà da dove, compresa l'infertilità delle coppie che è sempre in aumento.


(nell'immagine: granuli di perfosfato triplo)

Per raccogliere i rifiuti fecali di animali domestici e persone si usava la stabbiara, o letamaia, poi detta concimaia, la quale spesso era situata o nella stessa stalla sotto l'abitazione, o in un terreno abbastanza vicino (per chi ne disponeva).

La stabbiara era anche un metro di valutazione fiscale, e da quanto era grande, considerando che una vacca produce ogni mese tanto letame quanto pesa, si poteva desumere quante bestie aveva il proprietario e, di conseguenza, la ricchezza della famiglia, poichè per mantenere le vacche occorrono campi a fieno, e con le vacche stesse si possono lavorare i seminativi che, producendo una certa eccedenza di cereali da rivendere, fornivano una risorsa economica diretta alla famiglia del contadino per poter acquistare al mercato le merci che non venivano prodotte in casa.


Che lo sterco di vacca fosse prezioso ce lo dicono anche gli indiani. Negli anni '50, infatti, il governo indiano promosse la diffusione della radio anche nelle campagne con una radiolina la cui carcassa era fatta appunto con questo materiale di base e l'aggiunta di una resina vegetale, sulla quale venivano montati i pochi transistor per ricevere il segnale e un apparato di amplificazione, ancorchè modesto e rudimentale. A tale scopo sfruttarono la già efficientissima rete di raccoglitori di sterco, usato anche come combustibile.
Chissà se avranno proseguito anche con le carcasse dei teletonini?
Mi scuso per il fatto di presentare vacche indiane, ma dalle nostre parti sono così rare ... ad ogni modo, appena avrò l'occasione di fotografarne una, sostituirò l'immagine che è stata tratta da questo sito web.
Mentre queste sono vacche francesi, decisamente più grasse di quelle indiane.
(vedi anche l'articolo di Vandana Shiva, L'economia della mucca)

mercoledì 1 ottobre 2008

Prima dell'energia elettrica



Quando non c'era la luce elettrica,per illuminare le case c'era la lampada ad acetilene,detta volgarmente "centilena o lampa a carburo"si preparava inserendo nel contenitore inferiore un pezzo di carburo di calcio(che si comprava in ferramenta)nel contenitore superiore si metteva l'acqua,si chiudeva incastrando i due contenitori e si apriva l'acqua agendo sulla manopola di regolazione,l'acqua gocciolava sul carburo e per reazione chimica si sprigionava un gas "acetilene"che saliva su per il condotto e usciva a pressione dal beccuccio,si accendeva detto gas con un fiammifero e si aveva una fiammella azzurognola molto luminosa che era sufficiente ad illuminare un ambiente.La lampada della foto tuttora funzionante,è quella alla luce della quale ho svolto i compiti a casa delle elementari durante gli anni "1958-1959-1960"poi finalmente a casa mia arrivò l'energia elettrica.

lunedì 29 settembre 2008

Colmicoso

C'era una volta ... Colmicoso ... posto su un crinale secondario accanto a quello di Casalvento, alle pendici del Monte Miesola, sul versante ovest. Mentre Casalvento aveva e ha l'appellativo di Frazione, sia Colmicoso che Piaggiasecca avevano solo l'appellativo di Località, e ora Colmicoso non è più nemmeno riportato nelle mappe se non come toponimo.

Tutti è tre costituivano la Parrocchia di Casalvento-Piaggiasecca-Colmicoso, e il parroco ne aggiornava i libri parrocchiali, che ora dovrebbero essere custoditi alla Diocesi di Nocera Umbra in quanto al momento della soppressione della parrocchia la Diocesi di Fabriano-Matelica, dalla quale ora dipendiamo, non era ancora stata costituita.


Oggi sono rimasti quattro muri assaliti dalla vegetazione dopo che alla metà degli anni '60 se n'è andata via anche l'ultima famiglia per andare ad abitare a Casalvento, dove almeno c'era la strada carrabile, l'acqua e la scuola elementare (che verrà chiusa nel 1967).


Se ne può avere un'idea sommaria solo in inverno quando le foglie degli alberi sono cadute.

domenica 28 settembre 2008

Il Maggio

... è il tronco di un albero, generalmente il pioppo di fiume, il più alto che si può trovare anche a distanza di chilometri, messo nei pressi della casa dagli amici degli sposi ai quali è nato un figlio maschio. In cima si pone una corona di rami e la bandiera, a volte un fucile di legno e una bicicletta vecchia.


Era da vari decenni che non accadeva più di vedere una cosa simile, in quanto a Piaggiasecca si figlia poco, e ancora meno maschio.
Un grosso augurio al neonato e a tutta la famiglia per un felice futuro.



E' un'antica tradizione che risale alla notte dei tempi, e "piantare il maggio" è augurio di fertilità.
Si preferisce usare il Pioppo Bianco, detto anche di fiume, o Populus Alba (impropriamente chiamato dalle nostre parti Betulla o, meglio, Bedollo).
perchè ha un portamento molto diritto e raggiunge altezze anche oltre 30-40 metri. Lo si riconosce perchè la corteccia del tronco, inizialmente liscia e chiara, col tempo, specie nella parte bassa, diviene solcata e si screpola verticalmente sempre più (vedi immagine).